La discesa condusse gli avventurieri ad un altro piano dove altri pirati erano intenti a percuotere qualcuno. Zafira e Jessenia ebbero il tempo di nascondersi nell’ombra, osservare l’accaduto e riferire agli altri quanto succedeva nella stanza, creare un piano ed agire. Le lame vorticarono in aria fendendola selvaggiamente per poi abbattersi sui corpi dei loro obbiettivi e le frecce non furono da meno. I pochi istanti di vita dei pirati furono solo un susseguirsi di gorgoglii ed imprecazioni.
Laucian, un elfo dal viso e dal corpo tumefatto dalle percosse, era legato. Mani e Piedi erano impossibilitati a compiere qualsiasi mossa e mentre alcuni si accertavano che ulteriori nemici non si facessero vivi, i restanti cercarono informazioni. L’elfo espresse la sua gratitudine, spiegò le motivazioni che l’avevano condotto in quella situazione e, con un paio di spade ed un vecchio giaco di maglia si unì agli avventurieri.
Raggiunsero il fondo della grotta, la nave ormeggiata sul piccolo pontile galleggiava sommessamente, le vele chiuse ed il Jolly Roger immobile. Tutta la battigia era priva di segni nonostante l’acqua non si muovesse, la nave sembrava solo un cumulo di legna malmessa, assi spostate, parapetti rotti ed il ponte in ancora peggiori condizioni.
Gli avventurieri misero piede sulla nave e migliaia di scricchiolii e cigolii che si generarono dal loro peso li misero in allarme, ma nulla nella grande caverna sembrò muoversi. Si guardarono intorno, da poppa a prua, eppure non si vedevano uscite, della luce penetrava dall’esterno ma non si vedevano feritoie o aperture. Perlustrare la nave, era forse l’unica alternativa. Così, Torin, Zafira e Jessenia varcarono la soglia verso le cuccette. Trovarono molte stanze, tutte vuote, malmesse, con mobili putrefatti, sporcizia ovunque e niente di utile. La nave sembrava abbandonata da molto tempo eppure qualcosa non andava, all’improvviso una nebbia densa si sollevò dall’acqua per una decina di centimetri e lo stesso avvenne anche all’interno della nave.
Da essa vennero sputati dei fantasmi che si avventarono sul Guerriero e sulle Ladre all’interno e verso lo scafo per coloro che stavano all’esterno. Era una lotta impari, Torin spinse via Zafira con Jessenia ergendosi a loro difesa dandogli così il tempo di fuggire. Zafira raggiunse la porta per uscire, afferrò la maniglia, sospirò e con una mossa avventata fece uscire la sua amica, “Non posso abbandonarlo” disse chiudendosi poi la porta alle spalle.
Un nano ed una elfa combatterono all’unisono contro quelle creature, mentre Jessenia cercava di rientrare per aiutarli senza alcun successo. All’esterno Carrick e Eragon erano sul ponte cercando di supportare come gli era possibile i loro compagni, Selenil si gettò dal ponte raggiungendo l’acqua e scoprendo che era densa al punto da poterci camminare sopra, fu spunto per gli altri a seguirla e le armi iniziarono a colpire i corpi inconsistenti dei loro nemici.
La battaglia durò pochi minuti, giusto il tempo per Craezhar il Non-più-vivente di raggiungere la spiaggia e schierare i suoi ghoul. Il wraith fece cessare la potente illusione scaturita dal suo anello e gli avventurieri si ripresero dal sogno ad occhi aperti in cui erano piombati. Arthos, Arsenico e l’amico con Selena non potevano affrontare un nemico di tale portata senza incantesimi, sperarono che la nave nascondesse qualcosa di utile vista la titubanza del non-morto di attaccarli.
Mentre all’esterno si cercava di guadagnare tempo, Arthos e gli altri raggiunsero la stiva. Una piccola stanza, leggermente illuminata, faceva da cornice ad un mobile con sopra un piccolo scrigno. Non vi erano incisioni, trappole o guardie. Craezhar non pensava ci potesse essere qualcuno tanto stupido da introdursi nel suo covo per poi rubargli un oggetto tanto prezioso. I due maghi compresero che il suo contenuto era importante e l’aura magica che lo circondava era la conferma che cercavano.
Arthos stringeva  in mano la collana di perle con intarsi in oro prima di giungere fino al parapetto, la puntò con soddisfazione verso il loro nemico certo che quell’oggetto potesse in qualche modo fermarlo, na la realtà dei fatti però fu tutt’altra. Craezhar si infuriò ancora di più, non poteva sopportare che quell’insulso elfo avesse messo le mani sull’oggetto della sua donna, quella stessa donna della quale aveva incatenato l’anima per tenerla sempre al suo fianco.
I ghoul non ebbero più freni e si avventarono contro gli avventurieri, il pontile fu preso d’assalto. Sariel era sul ponte, con a destra Zafira, Jessenia, Arsenico, Torin e l’altro umano, alla sua sinistra aveva Carrick che stava già invocando il potere del suo dio mentre lei stessa richiamava a se il potere delle fiamme. Fasci di Luce Radiosa, Fiamme Magiche ed una Pioggia di Frecce si abbatterono sul pontile e sui Ghoul che lo stavano percorrendo, Selenil e Laucian a ridosso della scaletta pronti ad attendere l’ondata malefica.
Era un susseguirsi di incantesimi, frecce e colpi di spada alternati dai colpi artigliati e dai morsi velenosi dei mostri. La battaglia era a favore degli avventurieri, era intollerabile per Craezhar questo fallimento così invocò il suo più potente incantesimo. Il suo corpo semi incorporeo fu teatro dell’ira che lo accecava, dal petto estrasse il putrido cuore che ancora lo teneva a metà tra i due mondi, lo distrusse e l’aridità che in esso era contenuta si riverso all’esterno. Il mare si prosciugò, il suo corpo divenne incorporeo completamente e tutto il potere che aveva riversato nei ghoul tornò a se distruggendo i suoi scagnozzi. Voleva distruggere coloro che avevano osato mettersi contro di lui e voleva farlo con i suoi stessi artigli.
Arthos deciso ad affrontare il mostro con non curante paura, si mise la collana, la sua mente venne assalita da migliaia di immagini ma fu lesto ad imbrigliarle. Riuscì così ad ottenere due cose, il Fantasma della Donna in Catene venne liberato ed il suo potere magico tornò più forte che mai. Certo di questo suo gesto, si gettò dal ponte, raggiunse la battigia e corse verso il Wraith. Era diventata una battaglia di magia.
Selenil e Laucian corsero a dare man forte, ma erano troppo distanti per evitare che i due maghi si scontrassero, Carrick si era gettato con Torin alle spalle dalla nave cercando di aggirare il mostro, Selena e i due ladri cercarono di raggiungerlo dal lato opposto. Zafira e Jessenia restarono in bilico sulla nave coricata e continuarono a scagliare le loro frecce.
La Vampa di Fuoco di Arthos investì l’incorporeo Craezhar non producendo danno visibile ma gli occhi iniettati d’odio furono il segnale per il mago che il suo incantesimo era andato a segno, Carrick evocò la luce del suo Dio diverse volte mentre Selenil e Laucian raggiungevano ed affrontavano il mostro. Torin restò a baluardo dei Chierici che alternavano le loro invocazioni, Sariel scagliava i residui della sua magia al fianco delle due Elfe mentre gli altri cercavano di combattere il mostro a distanza ravvicinata.
La battaglia era al fulmicotone, tutto era così rapido eppure il mostro non voleva cedere il passo alla sua dipartita definitiva, ebbe il tempo di colpire Arthos prima che l’invocazione più potente di Carrick e di Eragon lo investisse. Arthos, sentì la vita scivolargli via, ma era contento, aveva indebolito così tanto il mostro che i suoi compagni sarebbero sopravvissuti, aveva liberato la donna e tutto stava volgendo a loro favore.
La furia divina si abbatté sul mostro, un fascio di luce radiosa lo colpì in pieno mentre le lame dei guerrieri e dei ladri lo trafiggevano e tutto, l’attimo successivo, si risolse nella dissoluzione del fantasma.
Il mare tornò a sbattere sulla battigia, la nave, troppo logora per galleggiare restò semi sommersa e la luce iniziò a dissolvere la tenebra che avvolgeva l’enorme ingresso sul fondo della grotta. Il Vecchio, l’uomo che aveva ingaggiato gli avventurieri, li raggiunse a bordo di una piccola imbarcazione.
Il Vecchio Druido ringraziò i compagni per l’aiuto e per aver liberato la moglie dalle catene del suo antico amico. Li ringraziò, dicendogli che la loro ricompensa era nella casa dove avevano riposato. Selenil gli diede la collana dopo essersi divincolata dall’abbraccio dell’uomo, lui le sorrise e si diresse verso la sua amata. I loro occhi si incontrarono dopo innumerevole tempo ed insieme scomparvero.
[otw_shortcode_info_box border_type=”bordered” border_style=”dashed” shadow=”shadow-outer” rounded_corners=”rounded-5″ background_pattern=”otw-pattern-4″]Una mini-campagna finita nel modo migliore:
- Tutti gli Avventurieri ancora vivi anche se Arthos è rimasto a terra
- il Vecchio che ha ritrovato la sua amata e che insieme finalmente hanno lasciato il mondo materiale
- Oro ed oggetti magici come ricompensa per aver liberato dall’oscurità quella parte di Xen’drik.
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