Uno sbuffo di vapore, un rumore metallico, le luci tremanti. Gli occhi dei proxy e dell’obscura erano aperti verso i monitor olografrici mentre migliaia di immagini vi scorrevano sopra. L’ultima immagine, era il reclutamento da parte di Atlantis per l’esperimento Realtà a 6 Assi. L’ultimo suono, era il bip dell’avvenuto download di migliaia e migliaia di byte sulla storia fino a quel momento, 6 giugno 3124.
I connettori corticali si staccarono, i bracci robotici che fino a quel momento avevano lavorato incessantemente per tenere in vita i cloni e l’umana impura si arrestarono, posizionandosi in stand by. L’ultima fiala di Regenetics X276 fu iniettata ed anche l’ultima cinghia contenitiva fu aperta ma solo dopo che i sistemi delle IA avessero ripreso il controllo delle loro creazioni.
I proxy, Jack, Daisy e Alex furono subito connessi. Emma, li guardava con orrore eppure qualcosa di strano li teneva legati. Atlantis si palesò della sua forma olografica. Un uomo alto, lineamenti tesi e pronunciati, un vestito lungo rosso con in mano un alto bastone terminante in un cerchio dorato con un aquila nel centro.
L’IA, spiegò cosa era la Realtà a 6 Assi. Un esperimento progettato per gli esseri umani pre-scatola nera ma che fu portato avanti da Nirvana, Olympus e Eden dopo la furia dell’anti realtà rappresentata dagli Hekath. I singoli Executor non bastavano più ad arginare la sempre crescente ondata di quelle creature, l’equilibrio era messo a rischio dalla costante perdita di server ed Atlantis era forse la soluzione. Fu riattivato, le IA misero i loro Executor e cominciarono all’unisono ad elaborare dati per la Realtà a 6 Assi. Su migliaia di cavie, solo cinque sono riusciti a superare i primi due stadi del test e così, infine, quando gli Hekath vennero a conoscenza di quella batteria di cuori che potevano fornirgli energia, si mosse.
Atlantis, non poteva continuare ad esistere.
Nirvana scaricò informazioni ai suoi proxy 5 minuti prima che l’infiltrazione Hekath raggiungesse la loro zona. Si prepararono. Come poteva essere altrimenti, il tempo era stato fin troppo clemente ed ora, non restavano che solo cinque minuti, solo 300 secondi.
Jack era già vestito della sua tuta, era pronto a far fuoco al primo accenno di invasione ma, forse, la realtà a 6 assi lo aveva rallentato. Non ebbe il tempo di accorgersi che le porte principali erano state divelte nonostante Nirvana continuava a mandargli informazioni costanti sull’avanzata del crack. Non restò sufficientemente lucido da valutare la situazione e quando Daisy si ritrovò a dover affrontare il caos strisciante di materia oscura dovette agire per prima. Chiuse gli occhi, il tempo rallentò, non poteva fare altrimenti, tutti erano in balia della situazione. Tutto troppo veloce. Tutto troppo, maledettamente, vicino.
Sentì il battito, lo chiamò. 3…5…7…sospirò ed ecco Nirvana con la sua conoscenza dell’area. L’unica navicella di salvataggio, un piccolo aereo a ioni si stava già muovendo al piano inferiore dell’hangar e contestualmente, la realtà sotto le mani della donna cominciò a mutare. Il pavimento in idro-acciaio cominciò a sfaldarsi, a trasformarsi, a ritirarsi. Daisy vedeva il codice dietro ogni struttura, riusciva a scorgerne la forma e ad alterarla quando ascoltava il suo battito e così in meno di tre battiti si gettò al piano di sotto certa che Nirvana avesse avuto tutto il tempo di portare il piccolo aereo proprio sotto di lei.
Jack scosse la testa, riprese coscienza di se stesso, l’ombra in qualche modo vince sempre ma non questa volta. La sua tuta vibrò, #NIRVANA_LOGON, la planimetria e gli schemi di quello che succedeva in Atlantis gli si sono scaricati nel tempo necessario, le maledette creature non avrebbero sostenuto la scarica di fuoco che stava per riversargli contro. Seguì con gli occhi la caduta di Daisy, vide l’AJX2 giungere da poco distante e le scale proprio oltre la porta davanti a se. Le avrebbe raggiunte in un modo o nell’altro e non sarebbero state certamente quelle dannate cose a fermarlo.
La tuta accelerò, l’idro-acciaio vibrò sotto i suoi piedi e mentre nell’aria si formava il codice della sua arma preferita i colpi quasi cominciavano già a saettare. Una prima scarica aprì un varco, un taglio nella materia oscura. La velocità della tuta fu tale che l’idro-acciaio non poteva che piegarsi sotto la sua volontà creando un sentiero sicuro. Ogni colpo sonoro veniva scagliato a disperdere la massa informe, l’aveva già vista quando nella Realtà a 6 assi era Jack, vi ci era diventato quando fu trasferito in Hebert ed ora la stava semplicemente affrontando con armi che in quell’epoca lontana non erano nemmeno un sogno. Oltrepassò la massa informe, saltò al piano di sotto e corse veloce. Veloce come non mai per prendere al volo quell’aereo che lo avrebbe portato lontano con i suoi compagni, se avessero avuto la lucidità di seguirlo.
Emma li aveva già sentiti nel momento in cui il connettore corticale si era staccato. Sapeva che non sarebbe mancato molto all’arrivo di quelle fiere. Il Crack era davvero troppo vicino per non percepirlo e si stupiva del fatto che i suoi compagni non ne avevano idea. Forse, l’infezione le stava dando un vantaggio su coloro che le hanno portato via il marito. Forse…non ci pensò oltre, afferrò l’unico ricordo che le era rimasto, lo lanciò in aria e con un movimento leggiadro lo infilò. Il calore del marito non c’era più ma aveva un perfetto ricordo del suo profumo. Il capotto era leggero, le ombre Hekath di cui era impregnato vibrarono e sotto la ferrea volontà della donna si aprì a formare due ali enormi, nere come la notte che forse c’era fuori, buie come l’anima di quei mostri che avano invaso Atlantis ma del quale non le importava un granché. Nell’elenco delle cavie, suo marito non c’era e quel Jack…c’era qualcosa in lui che…forse era la sua storia ad averla distratta. Seguì il proxy volando con le sue ali di tenebra, vorticò su se stessa per evitare qualche tentacolo troppo stupido ed affamato per comprendere che non ci sarebbe riuscito, aggirò la ringhiera con un rapido cambiamento di rotta, si gettò al piano inferiore e raggiunse il proxy nel momento stesso in cui stava per balzare oltre la piattaforma.
Alex si ritrovò da solo, non battè ciglio però, tutto ciò aveva un senso. Nirvana ne aveva sempre pronto uno per lui. #NIRVANA_LOGON. La planimetria era proprio davanti a se, la nave sotto di lui, gli Hekath davanti e dietro. Sorrise, Nirvana gli aveva dato tutte le informazioni necessarie, ha avuto tutto il tempo per farlo e nonostante la massa informe si era mossa rapida ed oramai aveva solo pochi metri che lo tenevano salvo. Creò un disco di materia digitale, una forma circolare che lasciò cadere a terra mentre dalla stessa materia, con l’altra mano, la sua fida arma si stava già materializzando ed era già carica e pronta a sparare. Il disco cadde a terra, l’EZ72 “Thunder Bolt” aveva la sua voglia di tenere a freno quelle bestiacce e non appena si stabilizzò, il fucile mitragliatore prese forma, la base si allargò e l’enorme bocca spara metallo venne generata da linee di codice binario direttamente dal nulla. Quando anche l’ultimo bit si posizionò, l’arma cominciò a fare fuoco. Centinaia di colpi cominciarono a crivellare gli Hekath del lato ovest, mentre Alex e la sua fida arma correvano nel lato opposto creando il fuoco di copertura necessario a farlo fuggire. Arrivò rapido e senza ferite al parapetto lo salto ed atterrò tranquillamente. Si guardò intorno, alla ricerca di altri pericoli anche se sapeva che non ce ne sarebbero stati. Nirvana non aveva bug. Corse dove Jack era appena balzato e dove Emma stava già volando per raggiungere il velivolo di salvataggio. Corse e si apprestò al salto.
Emma stava volando il più velocemente che poteva, le sua ali sibilavano dell’oscurità quando quella stessa cosa cadde dal piano superiore. Daisy aveva già scaricato i piani di volo, le capacità di pilotaggio di quel vascello volante e stava ultimando le manovre per attivare i propulsori ionici quando la massa informe colpì sia i motori che l’ala destra. Imprecò. Non era da lei farlo, ma dannazione, non avevano davvero tempo. Nirvana continuava a mandare informazioni, solo 120 secondi prima che tutto finisse. L’aereo beccheggiò, si muoveva in modo scoordinato ed ogni manovra messa in atto dalla Proxy con i capelli rossi non portava gli effetti desiderati. Jack, ancora in “volo” e quasi pronto ad atterrare nella navicella, comprese il problema. Non poteva fare altrimenti, doveva togliere la massa informe prima che Emma raggiungesse l’ala e prima che l’ombra nera dell’Hekath – nome in codice Dissector – chiudesse la sua unica grossa fauce intorno al velivolo.
Il SoundBlaster-JK era puntato contro le creature ombra sull’ala del velivolo di salvataggio. Prima un semplice click, poi un boato che spazzò via con un unico singolo colpo tutte quelle mostruosità giusto l’attimo prima che Emma atterrasse dove quei maledetti avevano generato dei buchi grossi come LostH. Jack, rovinò all’interno del velivolo. Un colpo gli mozzò il fiato ma non poteva fermarsi. Alex stava per atterrare subito appresso a lui, si doveva scansare e doveva fare fuoco per rallentare un pò il Dissector, non ne aveva mai visto uno così da vicino. Era enorme, grosso quanto tutta la piattaforma dove risiedeva Atlantis. Cominciò a fare fuoco con tutte le armi che poteva generare dalla matrice algoritmica codificata da Nirvana. DOVEVA rallentarlo.
Alex salì sul velivolo. Leggiadro mentre i suoi proiettili inutili contro un Dissector gli davano la vana speranza che non sarebbe stato inghiottito. Emma aveva riparato l’ala alla bell’e meglio, Daisy continuava ad eseguire tutte le manovre che Nirvana continuava ad inviargli alla più alta velocità possibile. Fu anche grazie al supporto di Alex che l’areomobile avviò i sistemi di autoriparazione e fu grazie a questa nuova speranza che Daisy contrasse lo spazio per darsi la spinta necessaria ed allontanarsi dal Dissector giusto pochi battiti dopo.
T.Y.M., la missione che Nirvana aveva scaricato nella mente dei suoi proxy e alla quale Emma si era aggregata per causa di forza maggiore, ora era salita di livello. La loro salvezza era la priorità seppur hanno perduto migliaia di compagni, divorati dal Dissector.
#NIRVANA_LOGON
5 minuti all’arrivo, Server XY982 localizzato alle coordinate (34.797491, -35.090079).
Luogo: 95% sgombro.
Presenza di vita umana: 95% di probabilità .
Quantità : 1
#NIRVANA_LOGOFF