Leviathan

Leviathan

Il sole stava sorgendo, la tensione era palpabile, i giovani erano stati convocati al Leviathan. L’aria, nella città in crisi, era già pesante a quell’ora del mattino ma nonostante tutto, le strade erano ancora libere. L’assegnazione di una città da sorvegliare era uno di quegli eventi scolastici che avrebbero cambiato molte cose, l’essere dei supereroi non era solo avere un bel nome, un bel viso e diventare famosi, l’essere un supereroe era salvare gli innocenti ma forse anche molto di più.

I ragazzi erano nella grande sala, non c’erano altri se non loro. Alcuni si conoscevano, altri erano parenti, altri ancora semplicemente stavano da una parte in attesa, in attesa di qualcuno che venisse e spiegasse loro cosa avrebbero dovuto fare.

Non ci volle molto perché Micheal entrò nella sala conferenze, un uomo distinto, magro, alto. I capelli corvini e gli occhiali da vista sembravano collocarlo tra le persone molto comuni e molto inosservate ma i ragazzi sapevano che dietro poteva celarsi qualcuno di molto diverso. Era una regola fondamentale, qualcosa che non avevano smesso di ripetere dal primo giorno in cui sono entrati in quella scuola. Le proprie identità comuni sarebbero dovute restare tali, sempre e ad ogni costo, questo avrebbe salvaguardato le persone amate dalla follia dei malviventi e dai pericoli che un supereroe deve affrontare.

Micheal, sorrise ad ognuno di loro, li fece sedere tutti insieme in una zona centrale e tutto assunse una prospettiva totalmente diversa. Pannelli in iperacciaio calarono davanti alle finestre, le luce si affievolirono fino a spegnersi e laser verdi scandagliarono tutti i presenti. Meglio evitare problemi. Micheal sorrise dopo essersi toccato l’orecchio destro e confermando quanto gli era stato riferito.

Trascorsero diversi minuti di introduzione, il Leviathan non era solo un bell’hotel della città ma anche il luogo dove si coordinano tutti i supereroi assegnati a Nueva Ventura. Lo scopo dell’assegnazione di giovani supereroi ad una città come questa è uno degli esami da superare per entrare a far parte dei Supereroi che difendono la terra. Una scelta fatta dalla I.A. della Torre di Guardia e da Mr.Tempo in persona.

Micheal congedò le nuove reclute, era tempo che si riposassero prima di iniziare a lavorare insieme non prima però di aver assegnato loro i nuovi dispositivi di comunicazione VrilB5.

Il VrilB5, si accese. Le nuove reclute erano sparpagliate per il Leviathan ma tutte furono in grado di ricevere le informazioni sulla loro prima missione. Un piccolo pacco, delle dimensioni 30x21x10 cm, doveva essere recuperato. Niente di più facile per quei ragazzi dai poteri più disparati ma molto potenti.

Nuvole sparse nel cielo tradivano la bellezza della giornata soleggiata appena trascorsa, il freddo era pungente, l’inverno di gennaio si faceva sentire. I cancelli d’ingresso per il molo erano ben sorvegliati, lo psichico sorrise a vedere quelle guardie armate che non sapevano nemmeno come impugnare un’arma. Sicuro come non mai, gli si avvicino con una scusa. Non era importante che loro se la ricordassero ma era importante che lui fosse abbastanza vicino da poterli circuire e così fece. Da lontano gli altri poterono osservare il dialogo ma era oltre il velo che lo spettacolo stava dando i suoi migliori frutti. Lo Psichico, tornò indietro, diede il via libera ai suoi compagni e come se nulla fosse, il fantasma svanì nel nulla. Per Psy non c’era molto di diverso, i pensieri poteva comunque udirli ma sapeva che si stava già allontanando. Il nerd seduto al posto davanti, non aveva bisogno di essere invisibile, lui non aveva bisogno di leggere nella mente, tutto quello di cui aveva bisogno era appoggiato sul suo naso. Quel prezioso oggetto del padre, solo grazie alla volontà che esercitava la sua mente, mutava, si trasformava, si adattava a ciò che desiderava ed in quel momento, osservare meglio la situazione era ciò che più gli era utile. Scorse due gruppi di tre persone, ogni gruppo con un pacco delle dimensioni indicate ai loro piedi. Il fantasma era riuscito a raggiungere i tre gruppi non visto, era sempre sicuro di se. La sua invisibilità era il suo fiore all’occhiello, non aveva mai avuto problemi ma, come comprese presto, la scuola non è come nella vita reale. Il senso dell’olfatto ipersviluppato di uno dei sei fu l’allarme innescato della sua presenza. Furono solo pochi attimi ma sufficienti per due dei sei di prendere il pacco e correre dentro il capannone alle loro spalle. Gli altri si avventarono contro il fantasma, il suo odore oramai era nelle loro narici, il battito del suo cuore era a portata del loro udito.

Gli altri furono lesti ad intervenire, furono immediatamente di supporto al loro compagno. Muri di energia crepitante verde smeraldo separavano i malviventi, Divide et Impera mentre le onde d’urto, la lama lucente e gli artigli si avventavano con sincronia per mettere a tacere il nemico. Il fantasma si era gettato all’inseguimento dei pacchi seguito subito dopo da Barbie e dal dominatore. I due energumenti, un uomo con il volto incorniciato da barba e capelli rosso fuoco faceva il paio con uno altrettanto grosso e dal color ebano della pelle. Gli inseguitori li tallonavano, il Rosso sfregò le mani lungo i container metallici provocando scosse elettriche di grosse intensità. Il Nero aveva tenuto impegnata la giovane donna, l’enorme macete brandito da quelle braccia grosse come tronchi quasi staccarono di netto la testa della biondina ma fu l’agilità a salvarla, magari unita ad un pizzico di fortuna.

Laboratorio

Laboratorio

Il Rosso creò un campo di energia crepitante per il tempo necessario di farli scomparire oltre una botola poco distante. Un maledetto ritardo che però ha permesso anche agli altri di raggiungerli e di partire al loro inseguimento. Un dedalo di corridoi e stanze si estendeva per tutta la grandezza dei capannoni. Soffitto basso, tubi di ventilazione correvano lungo le pareti entrando in alcune stanze. L’inseguimento fu al fulmicotone, scariche elettriche, dardi sonori ed ogni genere di proiettile saettavano ovunque.

L’area di Stoccaggio B era il luogo in cui i due energumeni si erano rinchiusi, l’ultima stanza dove avrebbero poi affrontato i loro inseguitori. Fu una lotta all’ultimo sangue, lampi verde smeraldo si alternavano alle scariche elettriche, ai riflessi argentei delle luci sulle spade, ai bombardamenti sonori, ai fiotti di sangue che imbrattavano via via le pareti. I due energumeni hanno dato del filo da torcere ai giovani eroi ma alla fine sono stati sottomessi e portati via, il laboratorio di produzione di Ecstasy G6000 è stato smantellato ed il pacco, la loro missione primaria è stato portato al sicuro.