La città si ergeva proprio di fronte a loro, le grandi pareti anti-tempesta oramai erano solo un vacuo ricordo e mentre nella mente dei presenti si affacciava proprio questa idea, ecco che gli allarmi del veicolo iniziarono a suonare. Il vento fischiava ed il mezzo tremava dalle raffiche. Tutti gli allarmi erano a livello massimo ed era tempo di muoversi.

Il mezzo sfrecciò giù dalla collina, Daisy sapeva guidare praticamente ogni mezzo e questo non faceva eccezioni, Jack si interfacciò a Nirvana:

# NIRVANA_LOGON

# Ricerca luogo sicuro dalla tempesta

# ANALISI IN CORSO …

# DOWNLOAD DATI IN CORSO …

# OPERAZIONE COMPLETATA

# NIRVANA_LOGOFF

Jack ebbe le informazioni, guidò la donna verso il palazzo più vicino ed il veicolo non ebbe difficoltà a superare i pochi ostacoli incontrati sulla sua strada. Il sotterraneo si chiuse alle spalle degli executor una frazione di secondo dopo il loro passaggio, apparentemente, i sistemi di sicurezza dalle tempeste erano ancora funzionanti.

Il garage era vuoto, nessun mezzo che avesse anche solo la parvenza di poter funzionare o di essere un riparo sicuro. Nirvana inviò ulteriori dettagli al gruppo su chi o cosa ci fosse nel palazzo. Uno Hyonos, i tre LostH che stavano cercando oltre ad un’altra decina. Nirvana però, tenne come al solito il 5% di margine d’errore su quelle informazioni. Non c’era mai la certezza e tanto meno in questo periodo buio ed ancor meno in una ExData.

La tempesta all’esterno infuriava, il terreno cominciò a tremare e piccole falle si aprirono nelle paratie protettive. Il vento e la sabbia cominciarono a penetrare nel seminterrato ma non fu l’unica cosa. L’oscurità si stava muovendo dalle saracinesche semiaperte, si stava riversando all’interno e le grida che provenivano da esse riecheggiavano nel seminterrato vuoto.

Jack gridò di dirigersi verso le scale, Black, Alex e Daisy lo seguirono con Emma. Mentre Daisy e Black incitavano tutti di sbrigarsi mentre le loro armi sputavano fuoco per rallentare l’orda famelica. Jack ed Alex erano i primi, Nirvana diceva loro di salire mentre il loro obbiettivo era in movimento verso di loro, Emma era al centro mentre Daisy e Black stavano sparando ogni genere di proiettili contro quei mostri senza però alcun effetto concreto.

Dovetterò accelerare, all’ottavo piano, quando Jack salì l’ultimo gradino, un’esplosione lo colse quasi di sorpresa e se non fosse stata per la sua armatura ed i riflessi prontissimi le schegge lo avrebbero ferito gravemente. L’orda hekath non solo li stava raggiungendo dal basso ma anche dall’alto.

Alex preparò delle torrette per fare fuoco ma finché c’erano lui ed il compagno non potevano operare e come se non bastasse, dal piano dove erano arrivati, proiettili crivellavano la parete sottile.

Emma non aveva scelta, doveva continuare a salire, voleva sapere, era certa che il suo Ewan fosse lì e voleva saperlo. Trasformò il suo cappotto in ali di tenebra e sfruttò l’aria nella tromba delle scale per volare rapidamente in su. Abbandonare i compagni non era una scelta saggia ma era l’unica che le avrebbe permesso di verificare.

Jack cambiò posizione e contemporaneamente chiese a Nirvana delucidazioni su chi ci fosse oltre quella porta. L’IA confermò la presenza di un Proxy e di un LostH altamente infetto. I due stavano aprendo il fuoco contro l’agglomerato hekath. Le armi a lunga durata di Alex iniziarono il loro lavoro, supportarono il fuoco delle due nuove figure in gioco insieme al fuoco di Jack. Daisy e Black continuarono ad indietreggiare, superarono i proxy per poi continuare a salire.

L’intero palazzo era oramai compromesso, gli hekath stavano avanzando rapidamente ed il fuoco non era sufficiente per arrestarli. Non c’era arma in grado di tenerli a bada e nemmeno l’arrivo dello Hyonos fu sufficiente. Il palazzo era ancora pieno di LostH ma salvarli non era possibile, l’Hydrah sganciò i connettori dal braccio e si interfacciò ai sistemi del palazzo:

# BIOS LOADING…

# CHECK -SAFE PASSAGE

# SAFE PASSAGE FOUND

# OPEN ACCESS SYSTEM

# LOADING ACCESS SYSTEM: SAFE PASSAGE

# BIOS SHUTDOWN

I sistemi di protezione che chiudevano i tunnel al palazzo gemello furono superati. L’Hydrah gridò di salire al 10° piano e da lì passare nel corridoio, quello sarebbe stato il loro unico modo di salvarsi.

Ewan

Ewan

Emma fu oltrepassata dallo Hyonos, la sua arma scintillante bianco-fulmine si diresse verso l’orda hekath. Alle sue spalle due figure. Un uomo ed una donna. L’obscura trattenne il fiato nel vedere quella slanciata, dai capelli neri e scompigliati, dalla sciarpa rossa intorno al collo. Gli corse incontro, voleva abbracciarlo, finalmente l’aveva ritrovato, finalmente aveva ritrovato suo marito.

Le sue braccia si erano aperte per accogliere l’amore della sua vita, l’unica ragione che le aveva permesso di contrastare il virus che ha distrutto la civiltà umana ma quando si strinsero non toccarono niente. Flussi di bit si dispersero e si riassemblarono. Emma sentì il suo cuore fermarsi per qualche secondo, deglutì, gridò, maledì. Il suo Ewan non era reale, era solo una dannata proiezione olografica, così come la donna. Gridò ancora più forte, restò immobile ad osservare l’ologramma del marito mentre gesticolava alla donna.

Black, Syn e Kain la oltrepassarono, così come anche Jack e Alex. Raggiunsero il decimo piano mentre Daisy prese di peso l’obscura e salì con lei che gridava e malediva ogni forma di vita e non. Gli altri stavano già nel tunnel, Black era collegato ai sistemi di controllo audio mentre Daisy stava finendo di preparare i suoi ordigni.

Jack stava ascoltando una cantilena, era un suono sommesso, continuo e ripetitivo, dalle tonalità piuttosto basse. Guardando quello che accadeva, gli ologrammi dell’uomo e della donna e di quello che lo Hyonos stava facendo oltre il fatto che ha evitato l’obscura anziché annientarla, Jack si mise in testa che quella cantilena aveva un legame con il servo di Eden. Si concentrò, respirò, conto il battito.

5…6…7, inspirò ancora, doveva vedere cosa stava ascoltando, voleva essere d’aiuto a Black che stava avendo difficoltà nella connessione e nella registrazione, così, la realtà mutò sotto le direttive della sua mente. Non mutò la realtà al livello fisico, della materia tangibile, ma modificò ciò che c’era nell’etere, modificò il flusso del suono affinché risultasse più pulito, più semplice e Black ebbe i primi risultati positivi da questo. Alex, contò il suo battito…3…5…7…la realtà mutò e seguì quanto già fatto da Jack, voleva rendere il flusso più compatto e funzionale alla memoria dell’Hydrah e così fece, accorciò la distanza tra il Negro ed il suono mentre Kain, su suggerimento di Jack, alterò la realtà, tra il filtro e la compressione era necessario mantenere il suono amplificato e così, guardando il flusso ed afferrandolo con le mani lo espanse.

Sealtiel

Sealtiel

Daisy aspettò fino all’ultimo, poi oramai gli hekath erano troppo vicini, prese ancora Emma con la forza e lasciò andare i suoi ordigni esplosivi. Corse, corse come se non ci fosse un domani con la donna in braccio.

L’esplosione che le seguì fu devastante, il palazzo dove erano venne letteralmente annichilito, gli hekath furono spazzati via ed al suo posto, là dove c’era una struttura di acciaio e vetro, ora c’era solo un angelo. Lo Hyonos lasciato indietro era fermo a mezz’aria, le macerie sotto di lui, la lama ancora saldamente nella sua mano. L’arcangelo volava, non c’era ombra di dubbio in questo, il suo corpo per nulla intaccato dall’esplosione sembrava essere stato miracolato, si, miracolato da La Voce che lui stesso seguiva. Ora, quell’arcangelo, si apprestava a rimettere piede sul terreno, sulla strada. Toccando il fondo, l’essere guardò in alto, non fece suoni, sorrisi o altro, il suo volto era inespressivo e tornando a guardare di fronte a se, se ne andò.

Il gorgoglìo degli Hekath però non era cessato, era stato drasticamente ridotto si, ma non totalmente annientato e non ci volle molto agli Executor di comprendere che di lì a poco, sarebbero stati nuovamente raggiunti dalla massa informe ed affamata.