Il drone di Alex aveva fatto già decine di chilometri, l’instancabilità di un mezzo robotico fu la salvezza dei traditi. Nirvana aveva dato loro delle indicazioni, un vecchio server abbandonato li avrebbe rimessi in sesto abbastanza da portarli alla città più vicina.
D15N3Y era un vecchio sistema di intrattenimento. Un piccolo server in grado di gestire il parco divertimenti costruitogli intorno e del quale ora non restava più nulla in superficie. Fu riqualificato dopo l’arrivo degli Hekath come sistema di supporto ma la sua posizione ed il declino climatico della zona lo resero inservibile per scopi diversi dall’essere un’oasi nel deserto.
La valle in cui versava quell’agglomerato di vetroacciaio era contorniata da sabbia sconfinata, i vecchi portali erano un vago ricordo, le alte guglie, i camminamenti ed ogni altro genere di rappresentazione di castello erano in pessime condizioni. Delle bandiere sui pennoni non vi era più traccia e forse, non vi era forma di vita all’interno da parecchi anni.
Quando Emma, Daisy, un redivivo Alex insieme ai tre LostH presero possesso della collina che sovrastava questo vecchio server, poterono ammirare la forza dirompente e metodica del tempo e dell’incuria oltre che due figure davanti l’ingresso principale. Due piccole ombre, dalla loro posizione, che il visore bioptico e l’intelletto di Alex rivelarono come due Executor.
I convenevoli iniziali furono rapidamente superati, i Sopravvissuti di Atlantis, nonché Sopravvissuti al tradimento di Jack necessitavano di riposo e così, quel ferro vecchio di server, riqualificato proprio per essere un’oasi nel deserto, diede l’assistenza necessaria ai tre executor, ai tre LostH allo Hyonos e all’Hydrah.
Lo scambio di informazioni, la reciproca necessità di un luogo ove riposare e la voglia di compiere vendetta ai danni del traditore furono validi motivi per innescare una caccia all’uomo che avrebbe coinvolto anche i due nuovi. #Sc0rpio aveva già informazioni sul mezzo usato da Jack per allontanarsi, grazie all’incrocio di dati tra Nirvana ed Olympus la destinazione del Proxy traditore fu chiaro. Daisy ed Alex erano nelle loro capsule di rigenerazione mentre Emma ed i LostH erano all’interno di quello che poteva essere una mensa, cercando vecchi rimasugli di cibo deidratato o similare. #Sc0rp10 cercava di mettere insieme pezzi per un possibile mezzo di spostamento mentre Meliodas lo Hyonos compagno di viaggio dell’Hydrah, si era rintanato nella cappella.
Il mezzo di trasporto assemblato dall’Hydrah non era certo il più veloce ed agile ma fu abbastanza comodo e T0k10 si materializzò davanti ai loro occhi in poche ore di viaggio. I grandi pilastri di rilevamento tellurico erano una leggenda per molti, assai pochi avevano visto quelle imponenti strutture piantate nel sottosuolo e le spiegazioni offerte da Nirvana riguardanti quelle mastodontiche periferiche furono semplici e poco utili.
T0k10 era il server di controllo di Nuova Tokyo e dei movimenti tellurici che affliggevano il Giappone. Un intero server dedicato a creare mappe costanti del movimento dei terremoti per prevenirli diversi giorni prima, preparare i sistemi antitsunami e salvaguardare la popolazione. Un sistema così efficace che fu ampliato a tutto il globo. Le più grandi città del pianeta potevano contare su un rilevatore ad alta efficienza.
Il server era un luogo apparentemente abbandonato, tenuto in funzione da migliaia di labordroidi che lo ripulivano da sabbia e detriti. Il centro nevralgico della struttura era un palazzo di oltre 150 piani, una torre totalmente nera per ottenere il massimo livello di energia dal sole oltre che dalla rete globale. Alex e Daisy sapevano che all’interno vi erano cinquanta LostH e che per qualche motivo, quello era il luogo in cui avrebbero trovato l’oggetto della loro vendetta.
Le porte d’ingresso si aprirono creando un’atmosfera tetra, della condensa fuoriuscì come avrebbe fatto del plasma ed il silenzio spezzato solo dai rumori digitali dei labordroidi creavano un’inquietante melodia. I due Proxy, lo Hyonos, l’Hydrah, l’Obscura ed i tre LostH entrarono nella nera torre.
Una fitta nebbia sul pavimento, un gelo penetrante fin dentro le ossa ed il silenzio erano tutto ciò che si poteva scorgere nella stanza dove si trovavano. #Sc0rpio si avvicinò ad uno dei pannelli di controllo, grazie al bypass dei sistemi di sicurezza accedette alle telecamere di controllo. Segni vitali totalmente assenti, nessun movimento nella struttura eppure qualcosa doveva esserci. Alex, grazie al suo drone ricognitore, fu in grado di scandagliare tutta la struttura, i segni vitali erano totalmente assenti, alcuni sarcofagi non emanavano freddo e non c’era niente altro.
Gli otto Executor entrarono nella grande sala d’ingresso, un enorme struttura aperta, con colonne portanti che salivano fin’oltre i tre metri. Un grande bancone sul lato sinistro lo occupava quasi completamente ed una rampa di scale permetteva l’accesso ai piani superiori. Tutto il pavimento era nascosto da una fitta coltre di condensa, la temperatura interna era vicino ai 10° centigradi. Tutta la struttura aveva un aria mistica dovuta alle luci, alla nebbia sul pavimento, al silenzio innaturale.
I passi riecheggiavano nell’androne, #Sc0rp10 era davanti a tutti, gli altri, intorno ai tre LostH. La sensazione di pericolo era pressante e non tardò a manifestarsi. La nebbia iniziò a muoversi, ad agitarsi, da essa si sollevarono dapprima piccoli sbuffi per poi prendere forma umanoide. Uno dopo l’altro queste figure indistinte create dalla condensa si avventarono contro gli Executor. Daisy impugnò le sue VesselX9, i suoi movimenti leggiadri e la sua maestria furono più che ottimi deterrenti del pericolo, i suoi sensi erano all’erta, i proiettili saettarono fendendo l’aria e trapassando quella che sarebbe dovuta essere la testa degli umanoidi. Emma aveva già trasformato il suo mantello Hekath in una lama e con velocità sovrumana, tagliò al suo filo diverse creature. Alex non fu da meno, la sua torretta era già posizionata per avere massimo supporto contro la minaccia e le sue Vessel tuonavano senza sosta.
Meliodas, era pronto a sfoderare i suoi colpi migliori quando la sua vista scorse una figura ammantata nell’ombra. Una figura oscura, avvolta nella nebbia di quel tetro luogo, con occhi rosso sangue e le fauci spalancate a mostrare denti aguzzi e taglienti come rasoi. La sua spada sacra si materializzò tra le sue mani a seguito della sua preghiera, il movimento fu rapido verso il mostro ed il suo colpo fu atto all’epurazione del male da quel luogo. La lama saettò in un primo colpo sul ventre mentre scartò di lato per evitare gli artigli aguzzi ed il suo secondo affondo fu quello di conficcare la claimore nel corpo infetto e maledetto del nemico.
Le Vessel di Daisy tuonavano come una tempesta quando la sua attenzione venne attirata da raggi rossi e sottili tra la nebbia, alcuni puntini luminosi sul suo petto e, dopo una rapida occhiata anche ad alcuni suoi compagni, la misero in allerta. Alzò rapida lo sguardo, seguì le linee fino al pianerottolo delle scale. Jack era lì, il suo Snip-3R pronto a fare fuoco mentre altri tre erano montati su sistemi di puntamento automatico del bersaglio. La Proxy non perse tempo, le sue VesselX9 erano già pronte a sparare:
#NIRVANA_LOGON
#LOADING:Â ALGORITMO ESPLOSIVO *GAMMA-3*
#NIRVANA_LOGOFF
La VesselX9 mutò forma, il carrello dei proiettili mutò leggermente assumendo una colorazione rosso acceso e la canna si allargò di qualche millimetro. Al completamento dell’algoritmo, premette il grilletto. I proiettili esplosivi vennero espulsi dalla VesselX9 modificata, saettarono diritti verso i fucili. Sapeva cosa voleva fare, il suo obbiettivo era impedire che potessero uccidere qualcuno. Precisione millimetrica, velocità di reazione, analisi dell’arma di Jack, tutto era perfetto, compreso il calibro dei Gamma-3. Un tipo di proiettile perfettamente in grado di entrare all’interno della canna dello Snip-3R. I proiettili, uno dopo l’altro, colpirono i fucili, l’esplosione a grappolo che seguì i colpi andati a segno fu sufficiente a distruggere la minaccia e a scaraventare contro la parete il traditore ferendolo più che superficialmente.
Mentre Meliodas teneva inchiodato il mostro con la sua claimore, #Sc0rp10 l’aveva raggiunto. Il suo braccio destro aveva aperto degli scomparti lungo l’avambraccio ed una serie di canne rotanti stavano già facendo fuoco crivellando il corpo del mostro. L’ombra tenebrosa non sembrava assolutamente soffrire i danni ma fu attirato dalle esplosioni sulle scale. L’Hydrah e lo Hyonos riuscirono a malapena ad accorgersi del sadico sorriso prima di veder sfumare nella nebbia il loro nemico, riuscirono appena ad accorgersi che in meno di un battito di ciglia era già sulle scale e nel medesimo tempo a sollevare la coltre per celare la sua fuga e quella del proxy ferito.
Con la follia disegnata sul volto, Daisy maledì il traditore e la sua sfacciata fortuna. Quando la coltre si dissolse, grazie anche all’intervento di #Sc0rp10, di Jack e dell’Hekath non v’era traccia. Solo una serie di numeri, graffiati sul muro dove l’ex-compagno della proxy aveva sbattuto la schiena sembravano rappresentare delle coordinate spaziali. Un messaggio criptico recente che non sapevano come interpretare. Il resto del palazzo era un susseguirsi di stanze vuote, corridoi appena illuminati e costantemente a 10° centigradi. Tutto, tranne gli ultimi sei piani lasciavano pensare che potesse essere un sistema di analisi del movimento tellurico ma quando raggiunsero il 144° piano tutto cambiò.
L’enorme laboratorio che avevano di fronte, unito alle camere di ibernazione cambiarono la prospettiva e le informazioni in loro possesso. Cinquanta capsule di ibernazione disposte lungo le pareti con corpi umani al loro interno, sospesi tra la vita e la morte. Quando Meliodas le vide, le riconobbe all’istante. Quelle erano le camere dove gli umani con la volontà e la fede giusta diventavano Hyonos. Rapidamente le scorse fino a quando il suo sguardo non si soffermò su una di esse.
In quello stesso frangente, #Sc0rp10 stava agganciando il suo sistema di controllo corticale avanzato ai sistemi di monitoraggio della stanza. Le informazioni si susseguirono una dopo l’altra ma la sua attenzione venne attirata dal protocollo 8v0l//4nt3. Un sistema di sicurezza che avrebbe permesso a quel laboratorio mobile di uscire dalla torre e dirigersi in qualche altro luogo sicuro. Fu la memoria di Daisy e di Alex che misero in relazione le coordinate scoperte dall’Hydrah con i numeri incisi sulla parete nell’ingresso principale.
Avevano un mezzo di trasporto, un sistema minacciato da Jack e da un Hekath, delle coordinate confermate in due diversi sistemi ed il cyborg non ebbe dubbi, come non li ebbero gli altri. La capsula 8v0l//4nt3 iniziò il processo di distacco dalla torre, tutti i sistemi erano in perfetto stato e la destinazione C41R0 non sembrava più così lontana.