Con la navicella sotto il controllo di Daisy, #Sc0rp10 aveva iniziato le procedure di verifica. Le capsule criogeniche, i sistemi di analisi delle funzioni vitali, il fatto che qualcuno le aveva messe proprio lì ed il motivo per cui ci fosse un sistema di salvataggio di quei cinquanta corpi avevano reso sospettoso l’Hydrah. Sospettoso al punto che il cyborg iniziò a scandagliare ogni area della memoria alla ricerca informazioni.
# BIOS: LOADING SECURITY SYSTEM CHECK
# CMD //SECURITY_OVERRIDE /ALL /REPORT
# #### ION-PROPULSION//OK
# #### PRESSURE-STATUS//OK
# #### CONTAINMENT-HEKATH//OK
# #### SECURITY ALLARM//OK
L’Hydrah osservò scorrere il codice davanti ai suoi occhi, fu la dicitura CONTAINMENT-HEKATH ad attirare la sua attenzione. La coda di connessione corticale potenziata iniziò una nuova procedura di verifica dei sistemi, soprattutto di quell’area specifica della nave. Le informazioni recuperate dal cyborg, unite al supporto di Alex classificarono la navicella come un sistema sperimentale per la ricerca di una cura al morbo Hekath. La nave era provvista di una cella di isolamento e contenimento di Hekath, utilizzati per infettare uno o più corpi ibernati e da lì, iniziare lo studio degli effetti del congelamento sul morbo e la relativa cura. Il Tutto, sotto il controllo ponderato da Eden.
Emma e gli altri, avevano iniziato il giro di ricognizione. Gli esseri umani ibernati non erano certo un problema ed il sistema di contenimento Hekath stava funzionando a livelli ottimali secondo i parametri di #Sc0rp10, quindi pericoli imminenti non ve n’erano. Mentre l’Obscura ed i LostH osservavano i volti congelati all’interno delle capsule, anche Meliodas faceva lo stesso. Quelli erano tutti Hyonos al servizio di Eden, erano i corpi umani strappati dal paradiso per riportare lo stesso sulla terra. Lo Hyonos si aggirava con circospezione, i volti degli umani ibernati non gli ricordavano nulla. Scorrevano davanti a lui come fredde tombe in cui riposavano volti senza nome, quando il suo sguardo incrociò lei, quei lineamenti delicati incorniciati dai lunghi capelli corvini, gli occhi chiusi e l’espressione avvolta nel freddo sonno. Lus, così simile ad Angela, così somigliante alla LostH con cui aveva intrapreso quel dialogo nella cappella di quel server abbandonato. Il suo ricordo lo travolse come un pugno allo stomaco, una donna importante della sua vita era nel sonno criogenico di Eden e se lei era lì poteva esserci anche lui. Con affanno iniziò a cercare tra le altre tombe, sapeva che poteva esserci il suo corpo tra di esse, ne era certo. Una dopo l’altra la brina leggera sulla teca di ironglass veniva tolta ed ogni volto estraneo era quasi un sospiro di sollievo e contemporaneamente un moto di dolore, ma il cuore, il respiro e migliaia di aghi nella carne immateriale dello Hyonos si manifestarono in un solo singolo battito di ciglia quando il suo volto, fermo in un espressione immutabile, gli si parò davanti.
Un respiro che oramai era ben lontano si arrestò, non c’era spazio per l’aria. Lo stomaco si contrasse come fosse realmente al suo posto, la paura divenne un’emozione tangibile. Meliodas, si poteva scorgere in quella teca. Tutta l’attenzione dello Hyonos era rivolta al suo corpo materiale, un corpo che sarebbe dovuto essere in un luogo sicuro, lontano dai pericoli del mondo, un luogo inaccessibile a chiunque ed invece era lì, tra le cavie per la ricerca della cura al morbo Hekath. Alex, guardava i corpi ibernati sotto un’ottica completamente diversa, lo studio di una cura era anche una sua prerogativa, una missione che si era dato tempo fa e che Nirvana aveva acconsentito a fargli perseguire e fu proprio questa sua analisi critica della situazione che lo portò ad osservare una mutazione per dieci dei cinquanta corpi umani.
Un’infezione Hekath era qualcosa di indesiderabile eppure i corpi in quello stato sembravano riuscire a controllarla in qualche modo, alcuni presentavano un’infezione lieve, altri più marcata e solo uno oramai era sul viale del tramonto. Il Proxy aveva bisogno di maggiori dati e non poteva farlo con le semplici macchine presenti su quella nave, aveva bisogno di tutt’altro livello. Meliodas, preso da mille dubbi amletici ed assorto nella visione di se stesso non ebbe il tempo di accorgersi che il proxy aveva avviato la procedura di apertura della camera criogenica di uno degli infetti, una procedura che portava all’inevitabile morte del soggetto e, quando lo Hyonos formulò il pensiero che alla morte del soggetto anche la proiezione hyonos nel mondo avrebbe smesso di esistere, il tempo si fermò.
Meliodas aveva invocato il nome de La Voce, un segno della sua esistenza perché l’infedele stava per uccidere uno degli araldi di Eden e questo era inammissibile. La Voce, nelle sue uniche apparizioni, parlò al suo seguace con voce soave e ferma. La morte di uno per la salvezza di molti era un sacrificio che la fede avrebbe sanato, ma lo Hyonos, cieco anche difronte la sua guida non ebbe la fermezza che un araldo avrebbe dovuto avere, gli occhi fiammeggianti e la lama divoratrice di infedeli stavano per saettare contro il proxy quando qualcosa di ben più pericoloso attirò la sua attenzione.
Un forte boato seguì l’apertura della capsula ottemperata da Alex, un boato che fece oscillare la nave, tutti gli allarmi si attivarono ed i sistemi di sicurezza entrarono in funzione. #Sc0rp10 ricevette informazioni in tempo reale sullo stato della cabina di contenimento, il sistema di bloccaggio era saltato e la porta stava per aprirsi con l’inevitabile loro fine.
# BIOS LOADING BYPASS//75G246JKD001
# BYPASS PROCEDURE LOADED
# RELEASE //ROOM#H3K4
L’Hydrah non ebbe scelta, attivò il bypass dei sistemi di sicurezza per rilasciare nel vuoto la stanza di contenimento. Una procedura che avrebbe eliminato ogni speranza di creare una cura ma che gli avrebbe permesso di salvarsi la vita. La stanza venne rilasciata nel vuoto ma il crack oramai era avvenuto. Le pareti della stanza si squarciarono, si aprirono come un coltello caldo taglia il burro e l’esplosione che ne seguì creò una fessura nello stesso cielo che stavano attraversando. Migliaia di Hekath stavano fuoriuscendo dalla scatola ed altrettanti dalla frattura, la navicella non riusciva a starsene ferma e Daisy stava pian piano perdendo il controllo.
Il Server C41R0 era a portata visiva, gli Hekath incalzavano la nave a più riprese ed il cyborg aveva già lanciato il messaggio d’aiuto. C41R0 di tutta risposta, punto i cannoni fasici verso la navicella, i sistemi difensivi della cittadella volante, ricreati a seguito dell’ascesa di quelle immonde creature, iniziarono a fare fuoco. Le bordate colpivano la capsula di salvataggio nonostante l’Hydrah continuava a chiedere il cessate il fuoco.
Daisy lasciò i comandi in mano all’Hydrah mentre cercava di affrontare l’ondata di mostri che li stavano raggiungendo. Emma si ergeva a difesa dei LostH mentre le infinite obbrobriosità si avventavano fameliche su di loro. Alex non poteva fermare tutto ciò che aveva iniziato, la cura poteva essere lì e non si dedicò ad altro, la fiducia nei suoi compagni era totale. Meliodas trattenne l’arma contro il proxy, la nave stava cadendo a picco nonostante l’Hydrah stava facendo l’impossibile. Le preghiere dell’araldo sembravano non bastare, Lus era preziosa tanto quanto lo era il suo stesso corpo e fu così che iniziò a salmodiare un passo della Genesi: Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. Il suo corpo cominciò a mutare forma, la sua essenza scivolò dagli squarci creati dai colpi di C41R0 avvolgendo l’intera capsula. Tutto sotto gli occhi degli altri cambiò prospettiva, tutto mutò dal freddo acciaio in legno e sartiame. Una luminescenza ancestrale aveva mutato una capsula anonima in un arca di salvataggio che sorreggeva e difendeva alla meglio l’equipaggio.
Daisy non si scompose alla vista del mutamento, era concentrata sul fermare l’ondata hekath prima che fosse la loro fine. L’esplosione della stanza di contenimento aveva portato un mezzo del materiale con cui venivano tenuti sotto controllo non distante da lei, vi si avventò famelica perché quella poteva essere la risorsa di cui avevano bisogno. Il pezzo, non più grande del palmo di una mano era ridotto male e sufficiente per un solo ordigno esplosivo. Attivò l’algoritmo esplosivo e mentre il proiettile prendeva forma davanti a lei, lo alterava al punto da inglobare quel pezzo di materiale anti-hekath. Una sola possibilità , non doveva sbagliare.
L’Hydrah seguì le indicazioni della Proxy, il cannone difensivo venne posizionato diritto verso il crack mentre il proiettile veniva posizionato. Un colpo preciso, chirurgico, era la speranza che speravano di avere. Il colpo andò a segno, l’esplosione creò un vortice dentro la fessura che non permise ad altri hekath di venire vomitati e messi alle calcagna degli Executor, un colpo magistrale che non fu sufficiente per evitare la catastrofe ma solo ritardarla. Le bordate di C41R0 e gli assalti dell’orda Hekath contenuta nella stanza degli esperimenti, stavano danneggiando gravemente Meliodas e la capsula stessa e fu inevitabile la caduta a picco.
#Sc0rp10 tenne la nave finché poté, Meliodas aveva ridotto se stesso fino a salvaguardare gli Executor nella nave raccolti al centro della stanza di controllo mentre la nave si faceva largo a forza contro le infrastrutture di C41R0. Un colpo dopo l’altro e l’ineluttabile destino. La nave cadde a terra in un fragoroso boato spezzandosi in più parti. Tutti i membri dell’equipaggio vennero sbalzati fuori mentre l’ultimo appello dell’Hydrah con il codice di controllo che ogni nave aveva venne recepito.
C41R0 iniziò ad attaccare l’orda Hekath mentre gli Executor riprendevano fiato. Lo schianto aveva distrutto quasi tutte le capsule criogeniche, si salvarono solo quelle di Meliodas e di Lus. L’hydrah poteva ancora a camminare nonostante le gravi ferite, lo Hyonos era ben lungi dal riuscirci ma i due erano compagni ed il cyborg era forte abbastanza da recuperare l’amico e la donna. Alex e gli altri iniziarono a ritirarsi non avendo mezzi per contrastare la marea nera. Daisy ed Emma, praticamente incolumi dopo l’impatto crearono un ordigno esplosivo nel tempo che il morbo impiegò a raggiungerli, il sangue dell’Obscura divenne parte di una bomba a grappolo creata dalla proxy che venne immediatamente utilizzata. Le esplosioni che ne seguirono furono sufficienti per rallentare la marea nera e dargli il tempo di raggiungere le Colonne di Vetro, gli ascensori verso la città sulla terra a diversi metri sotto di loro.
Mentre le piattaforme sospese viaggiavano verso la città principale, i mostri Hekath stavano divorando tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Il tempo era diventato un lusso che stavano per perdere molto presto.